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Bresso, Novembre 2014, Spazio Bresso Cultura (ex Ghiacciaia)

In un’epoca in cui persino il “ready-made” di Duchamp è vecchio un secolo, è sorprendente che una pittura come quella di Mauri risulti quanto mai contemporanea al pubblico che la osserva.

L’estetica di Mauri vive infatti di un felicissimo anacronismo, un compromesso tra una tecnica di stampo rinascimentale e un occhio sempre attento all’attualità, che non si incaglia in un nostalgico classicismo ma che riceve stimoli sempre nuovi, derivino essi dal presente storico o dalla sintesi dei grandi maestri che hanno accompagnato l’artista per tutto il corso della sua carriera.

Il risultato di quest’incontro non è mai casuale o improvviso, ma dovuto ad una meticolosità certosina e ad una quotidianità quasi rituale del mestiere di pittore.

Dietro ogni opera di Mauri si cela un progetto ben preciso, un concetto che viene espresso dalle sole immagini con la chiarezza di un testo in prosa ma senza mostrarsi pesantemente didascaliche. Per questo è difficile intavolare un discorso sull’arte di Mauri: essa già si spiega solo osservandola.

                                                                               Giacomo Riva